Mosè Diretto
Laurea Promotore turistico delle risorse ambientali e culturaliSono Mosè Diretto sono Calabrese e ho una laurea in scienze turistiche presso l’ Università di Messina. Svolgo attivita come insegnante par-time di materie attinenti al turismo in una scuola privata. Sono un accompagnatore turistico specializzanto e Guida. Organizzo dei tour e degli itinerari in Calabria e a volte anche parte della Sicilia. Ho anche una piccola azienda che lavora la buccia riversa del Bergamotto ove ricevo gruppi sia nazionali che internazionali ai quali mostro questa lavorazione unica. Per tutti i turisti e curiosi che arrivano in Calabria non automuniti comunico che Ho anche un minibus 8 posti per eventuali spostamenti come servizio navetta ed escursioni. Il mio motto è: “Se vieni in Calabria fatti guidare”.
Address Info
Address
Reggio, Reggio Calabria, Calabria, Italy
- Tessetino di guida turistica Aug 05 2009
- Accompagno gruppi di persone diversamente abili
- Collaborazioni con enti, circoli aziendali e aziende internazionali
- Conoscenza di più lingue
- Convenzioni con attività del posto
- Disponibilità a trasferimenti da/per aeroporto/stazione/porto/hotel/….
- Disponibilità di auto + driver
- Escursioni in montagna
- Escursioni notturne
- Gite scolastiche
- Patente D + CQC
- Possesso patenti di guida A-B-C-D
- Possibilità pullman granturismo 50 posto
- Minibus 9 posti
- Possibilità di trasportare persone
- Prenotazione albergo e ristorante
- Programmi personalizzati
- Proposte didattiche per le scuole
- Tour religiosi
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Da visitare
Cattedrale medioevale
La chiesa più vasta di tutta la Calabria, innalzata nell’ultimo periodo bizantino e terminata nella prima età normanna. L’interno, grandioso e suggestivo, a croce latina, è diviso in tre navate da due file di 10 colonne, provenienti in parte da Locri Epizefiri, diverse fra loro per qualità, tipologia e dimensioni. Suggestiva la cripta dove è collocato il Museo del tesoro.
Chiesa medioevale di San Francesco
Costruita nel 1252 e situata nella suggestiva piazza delle tre Chiese, la chiesa di San Francesco offre al visitatore uno stupendo altare interamente intarsiato in marmi, nonché un sarcofago medioevale di Nicola Ruffo. Di bellissima fattura il bel portale gotico di ingresso.
Castello medioevale
Costruito nel XII secolo, il castello si trova nella parte più alta del borgo antico da dove si dominano tutte le vallate intorno a Gerace.
Chiese bizantine di San Giovannello e dell’Annunziata
Situate nelle suggestiva piazza delle Tre Chiese (la terza chiesa è quella di San Francesco), hanno origine nel periodo bizantino. Significativo il tetto della chiesa dell’Annunziata realizzata in maioliche locali.
Chiesa Santa Maria del Mastro Solenne ed austera nei suoi volumi, la chiesa a pianta centrale, sorge nella suggestiva Piazza della Repubblica, situata, nel Borgo maggiore, all’ingresso di Gerace.
Le “Bombarde” la passeggiata di Gerace, ricavata nell’orto dell’Antico Convento di Sant’Anna ora adibito ad albergo.
Le porte medioevali
Gerace contava ben dodici porte, quattro esistono ancora e sono Porta dei
Vescovi o della meridiana (addossata alla Cattedrale), Porta di Santa Lucia, Porta maggiore e Porta del sole.
Piazza del Tocco
La piazza principale della citta, così chiamata perché qui si trovava la loggia dove si concludevano gli affari. Qui sorge il Municipio.
ENOGASTRONOMIA
La cucina geracese s’ispira alla più genuina tradizione contadina, caratterizzata da sapori e ingredienti semplici, tra i quali spiccano l'olio d'oliva, il peperoncino e il pomodoro fresco. Protagonisti indiscussi sono i piatti a base di carne di maiale; i dolci quali: le 'sgute', tipiche di Pasqua, la 'pignolata', pasta frolla fritta e ricoperta di miele, i zzippuli e le nacatule, caratteristici del periodo di Natale; le 'pitte di San Martino', i 'rafioli', biscotti molto particolari a base di farina, zucchero, uova e glassa; le pere e i fichi secchi, farciti di mandorle e spolverizzati di zucchero a velo.
Rinomato infine il pregiato vino da dessert prodotto a Gerace: il Greco, dal caratteristico colore giallo ambrato, ottenuto da un'uva di alta qualità, lasciata appassire sui graticci prima della pigiatura.
Pomeriggio
Visita del museo di arte contemporanea (musaba) a Mammola.
Nik Spatari e Hiske Maas, raccontano il progetto di museo di arte contemporanea.
Abbigliamento: indossare scarpe comode per la visita a piedi di Gerace e la visita del museo di arte contemporanea musaba.
Compresi nel costo:
Guida turistica
Entrata a musei e cattedrale senza biglietteria
Pranzo in uno dei ristoranti convenzionati
Inizio itinerario ore 9:00 - Fine itinerario ore 18:00
Inizio itinerario a Varapodi alle ore 09:00
Visita del laboratorio artigianale BergArte sito in Varapodio RC con degustazione di prodotti tipici locali.
Visita del Centro Storico con le Chiese di Varapodio.
Chiesa San Nicola.
Chiesa di Santo Stefano Ricostruita per ben tre volte sull’attuale sito a causa della distruzione dei terremoti. La prima pietra dell’attuale chiesa fu posata il 13/1/1957 i lavori furono ultimati nel 1959. La chiesa di Santo Stefano e a tre navate, e all’interno c’è la madonna del Carmine.
Per quanto riguarda l’aspetto religioso, c’è da dire che nonostante il paese celebri come suo patrono S. Nicola che si festeggia ogni 6 Dicembre, i fedeli della comunità parrocchiale sono devoti con estremo spirito religioso alla Madonna del Carmelo, perché salvò Varapodio dal terremoto del 1894 muovendo gli occhi per ben tre volte, come attestato da diversi documenti storici dell’epoca. La festività della Madonna si celebra ogni anno il 16 luglio.
Ore 11:30 arrivo a San Giorgio Morgeto.
Visita di San Giorgio Morgeto per vedere la lavorazione del mastro cestaio Aldo Mammoliti, il presepe degli artigiani presepisti il medioevale centro storico e il Castello.
- Ore 13:00 fine visita di San Giorgio Morgeto (pausa Pranzo)
- Ore 15:30 arrivo a Seminara visita della ceramica Artistica di Seminara. Visita della cattedrale della Madonna dei Poveri.
Durante i tragitti possono essere visitati anche la Città di Palmi e il monte Santa Elia.
Fine itinerario ore 18:00
Intera giornata comprensiva di pranzo
Numero minimo di partecipanti 15
Servizi: accompagnatore turistico incluso
Eccoci qua uno dei luoghi nascosti della Calabria si tratta di Oppido antica.
Questa cittadina i quale il primo insediamento risale al IV° secolo a.c. da parte degli Italici è una delle poche città storiche ancora nascosta e poco visitata.
Qui ci si può ammirare ancora una vita passata, una vita misteriosa, lontana dagli occhi del turista moderno.
Oppido antica si è fermata ad una data catastrofica il 5 febbraio 1783 alle ore 07:30 una fortissima scossa di magnitudo 11 della scala Mercalli distrusse gran parte della Calabria meridionale. Uccidendo ben 50.000 persone e cambiando drasticamente la morfologia del territorio.
Oggi si possono ammirare le rovine di questa grande città che contava più di 4.000 abitanti, vita passata rimasta impressa e scolpita nei sassi di Oppido Antica.
Da visitare il castello, i depositi, il convento e le case diroccate rimaste.
Al ritorno da Oppido possiamo visitare la bellissima cattedrale di oppido dedicata a Maria SS dell'Annunziata ed il museo diocesano di Oppido mam.
Ore 13:00 pranzo al ristorante la pergola di Varapodio
Ore 15:00 visita del laboratorio Artigianale Bergarte unico laboratorio ove viene lavorata la buccia riversa del Bergamotto Agrume tipico della Calabria, dalla quale si ricavano maestosi souvenir.
Costo a persona per un minimo di 5 persone
Servizi offerti:
accompagnatore turistico
visita cattedrale di Oppido Amertina
visita del museo diocesano
pranzo
visita laboratorio Bergarte
Inizio itinerario ore 9:00 Fine itinerario ore 18:00
Ubicata in una vallata sulla sponda destra del fiume Stilaro ai piedi del Monte Consolino, Bivongi è caratterizzata da un labirinto di stradine e tantissime scale e scalette utilizzate per raggiungere le abitazioni più alte.
Prima tappa: si sale sulle jeep le quali ci porteranno in escursione per poter ammirare.
Le cascate del Marmarico, considerate tra le più alte d'Italia con il loro salto di 105 mt.
Qui è possibile fare il bagno in un acqua fresca e cristallina in quanto le cascate formano un laghetto naturale molto ambito dei turisti.
Come equipaggiamento per la visita delle cascate portare: scarpe comode, costume, e tovaglia.
Ore 13:00 ritorno a Bivongi città.
Enogastronomia
Un eccellente vino conosciuto in tutta la regione.
Artigianato
Molto rinomate la produzione di bellissime coperte, le famose "pezzare", sorta di tappeti multicolori ottenuti mediante la lavorazione di ritagli e cascami di stoffa.
Dalle ore 13:00 alle ore 14:30 pausa pranzo
Ore 15:00 visita di Stilo
Stilo
(dalle ore 15:00 alle 18:00)
Spettacolare borgo medioevale è famoso anche per la celebre Cattolica di Stilo vero gioiello d'arte ed architettura Bizantina, patrimonio UNESCO, incastonata nella roccia viva in uno dei punti più belli e panoramici del paese, dal quale si potrà ammirare la vallata dello Stilaro e l'assolato paesino, che come in un quadro di Guttuso si presenta con le case coi tetti coperti dalle caratteristiche "ceramidi" tra il verde dei fichi d'india e l'azzurro del mare.
Il centro storico ci regala, inoltre, raffinate opere come Il Duomo, (XIII sec.), con bellissimo portale Gotico con piccole colonnine lisce e tortili ed eleganti bassorilievi in stile romanico, La "Fontana dei Delfini" di chiara matrice orientale, il maestoso Convento di San Domenico, la medievale Porta Stefanina, la chiesa di San Francesco una delle più belle chiese del '700 calabese, la chiesa di San Giovanni Therestis stupenda realizzazione Barocco e tanti bellissimi scorci.
Visita del museo di Stilo
Servizi offerti
Servizio fuori strada (jeep) per escursione cascate.
Pranzo al ristorante
Visita di stilo
Visita della cattolica
Visita del museo
Partenza dal proprio luogo di soggiorno alle ore 07:00
Rientro nel proprio logo di soggiorno alle ore 20:00
Le serre Calabresi immerse nel verde delle colline del vibonese.
Un viaggio itinerante all’ insegna della storia della natura e del terremoto del 1783 il quale distrusse la Calabria modificandola morfologicamente.
Partenza dal proprio soggiorno.
Arrivo a Soriano Calabro
Soriano Calabro
Le origini del paese si legano alla fondazione del convento dei padri domenicani, avvenuta nel 1510, distrutto dal terremoto del 1659, il complesso conventuale venne ricostruito in forme monumentali dal domenicano bolognese padre Bonaventura Presti.
In età barocca, questo convento diventerà uno dei più ricchi e famosi conventi domenicani d'Europa ed uno dei santuari più frequentati dell'Italia meridionale alla metà del Settecento, il viaggiatore britannico Henry Swinburne annotava che circa 1500 donne presunte indemoniate si recavano annualmente in pellegrinaggio a Soriano. Il convento venne raso al suolo dal terremoto del 1783, la devastante scossa dell'undicesimo grado della scala Mercalli che ebbe il proprio epicentro in una vastissima area inclusa tra Soriano, Polistena e Borgia: il convento poté essere ricostruito, più modestamente, in un'area dell'antico edificio solo all'inizio dell'Ottocento.
Oggi le imponenti rovine del convento e della chiesa di San Domenico rappresentano il più importante monumento del comune, nonché una delle più terribili memorie del sisma del 1783 in Calabria.
Visita al convento di San Domenico uno dei conventi più grande d’ Europa distrutto dal terremoto del 1783.
Visita della biblioteca Calabrese
La Biblioteca Calabrese, completamente restaurata, fa da cornice alla piazza principale di Soriano, ha sede nell’elegante immobile, chiamato “Palazzetto della Cultura”, costruito agli inizi del ‘900 in stile Liberty, i libri sono ospitati in ampie e luminose sale che si affacciano sulla verdeggiante valle del Mesima. Certo, sono passati un po’ di anni da quando iniziarono ad allinearsi negli scaffali vuoti i primi tomi, oggi, il patrimonio librario riunito, restaurato e conservato, ammonta a circa 34.000 volumi.
Visita delle botteghe artigianali:
ceste in vimini, in dialetto i panari, sono un’ antica tradizione dell’artigianato tipico calabrese. I cestini di vimini sono intrecciati con canne, i così detti panari o panierini, circolari con il manico ad arco, sono realizzati con rami di salice e di canne o di castagno.
L’intrecciatore di vimini è un mestiere purtroppo in estinzione, sono rari ormai i maestri intrecciatori cestai. Tuttavia è possibile ancora vedere i vecchi maestri cestai all’opera lavorare ed intrecciare vimini nei paesini dell’entroterra calabrese. E’ affascinate imbattersi in uno spettacolo raro ed osservare i movimenti armoniosi delle mani svelte che intrecciano una miriade di rami che piano piano prendono la forma di una ceste. È notevole la produzione di ceste in vimini a Soriano Calabro, dove i maestri cestai realizzano ancora i ’cannistri‘ tipici contenitori calabresi destinati per gli ortaggi o frutti. Per la lavorazione delle ceste in vimini comunque è famosa Soriano Calabro, un centro delle Serre Vibonesi, celebre per la produzione di oggetti, ceste, cestini, panari, cannistre, ferlazze, sedie, tavolini, poltroncine, tutti realizzati con i vimini, canne, salice, castagno.
A breve a Soriano Calabro saranno aperti la pinacoteca, il museo delle ceramiche e il museo del terremoto.
Ore 12:30 pausa pranzo a Soriano.
Ore 14:00 partenza è visita di Serra San Bruno
Serra San Bruno
Serra San Bruno È una delle località di maggiore interesse turistico della montagna calabrese; si caratterizza per la sua struttura ordinata, con larghe strade e bei palazzi arricchiti da splendidi portali e balconi in pietra e loggette in ferro battuto, opera di artigiani locali che vantano un'antica tradizione ancora viva.
In un bosco alla periferia sud della città sorge la Certosa fondata da Bruno di Colonia nell'XI secolo. Immersa tra aghifogli secolari, giganteschi faggi, querce e castagni enormi, fu distrutta quasi completamente dal terremoto del 1783, per poi essere riedificata in stile neogotico, tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento.
Da visitare il Museo della Certosa, aperto nel 1994, dove sono esposti documenti e opere provenienti dal complesso.
A poche centinaia di metri è la chiesa dove San Bruno si spense nel 1101. Alla base di una larga scalinata, si trova la grotta dove il fondatore dell'ordine dei Certosini si ritirava per pregare e dormire, e il laghetto, con al centro la statua del santo in preghiera. La tradizione vuole che qui si trovassero le spoglie del frate e che, quando furono portate alla luce per essere traslate, vi sgorgò la sorgente che alimenta il laghetto.
La cittadina è nota anche per alcune specialità gastronomiche, in particolare, per i funghi, che vengono preparati in diversi modi, ma anche per i latticini e per i dolci, come il «nullo», biscotto a base di mandorle, la granita e il liquore di fragole di bosco.
Compresi nel costo:
guida turistica
entrata ai musei biglietteria non compresa
pranzo
Montalto è la cima più alta della catena aspromontana (1955 metri). Nella sommità troverete un Cristo Redentore che serve anche da parafulmine, distrutto ben due volte dagli stessi fulmini. La statua è stata issata nel 1900 nell'anno giubilare, al suo fianco c'è una spettacolare rosa dei venti posta dalla GEA (Gruppo escursionistico Aspromontano) nel 1994, che indica tutte le varie destinazioni italiane ed estere. Dall'alto della sommità in una spettacolare e nitida giornata si può ammirare la Sicilia le isole Eolie per effettuare questa escursione (Montalto cristo redentore) ci sono 80 m di dislivello in salita, ma qui si può apprezzare una veduta mozzafiato. Si prega di indossare scarpe chiuse tipo trekking, durata dell’escursione ore 1 andata e ritorno con sosta. L’escursione è di tipo T turistica non richiede addestramento fisico.
Diga del menta
Gambarie piccolo villaggio sorto negli anni 30 come ricovero di legname e come case operaie. Nel 1960 venne definito la Cortina d'Ampezzo di Calabria. Per l'altitudine e per la purezza dell'aria venivano fatte le colonie estive e in molti si recavano a Gambarie per trascorrere le ferie estive, meta molto ambita. Dal mese di giugno a settembre si può utilizzare la seggiovia ove è possibile fare delle foto fantastiche con la vista dell'Etna e della Sicilia.
Ceppo di Garibaldi
Tappa quasi obbligatoria per i turisti, dove si può vedere il maestoso albero caratterizzato da un ampio incavo in cui i compagni di Giuseppe Garibaldi lo fecero riposare quando fu ferito alla gamba. Nelle immediate vicinanze dell'albero sorge un piccolo mausoleo che ricorda le gesta dell'eroe.
Villaggio del Leo Antica segheria immersa nel verde del Parco Nazionale dell’Aspromonte, una delle prime industrie Aspromontane per la lavorazione del legname, esempio di avanguardia tecnologica dell’epoca e punto di riferimento del commercio dell’altopiano Aspromontano.
Si possono ammirare tracce dell’antica Decauville; primo modello di strada ferrata adoperata per facilitare il trasporto dei tronchi dalla montagna ed il tutto circondato da splendide strutture in pietra e mattoncini di argilla prodotti in loco.
Attrezzatura indispensabile scarpe comode per l’escursione a Mont’Alto, giacca leggera ricordiamo che siamo a 1860 m e la temperatura e le condizione meteo possono variare all’ improvviso.
Servizi offerti:
guida turistica
pranzo
biglietto seggiovia non compreso
Partenza ore 08:00 dal proprio logo di soggiorno - Rientro ore 18:30
Reggio, insieme a Napoli e Taranto, è sede di uno tra i più importanti musei archeologici dedicati alla Magna Grecia dove sono custoditi i famosi Bronzi di Riace, rara testimonianza della scultura bronzea greca, divenuti tra i simboli della città.
È la prima città della regione per antichità e nonostante la sua antica fondazione - fu un'importante e fiorente colonia magnogreca - si presenta con un impianto urbano moderno, effetto del catastrofico terremoto che il 28 dicembre 1908 distrusse gran parte dell'abitato. Il suo sistema urbano, costretto dallo stretto di Messina e coronato alle spalle dalle ultime propaggini dell'Appennino, rappresenta uno dei principali poli economici e di servizio regionale ma anche una delle massime concentrazioni di nodi e attrezzature per i trasporti e naturale struttura logistica della Regione verso le coste meridionali del Mediterraneo.
Il centro storico, costituito prevalentemente da palazzi dalle linee liberty, ha uno sviluppo lineare lungo la costa calabra dello stretto con strade parallele al lungomare punteggiato di magnolie, palme e piante rare o esotiche.
Alle ore 12:00 la visita prosegue in direzione Scilla.
Arrivati a Scilla pausa Pranzo
Alle ore 14:00 l’itinerario riprende con la visita del castello e riprende importante località turistica e balneare poco a nord di Reggio, Scilla costituisce uno tra i borghi più belli e caratteristici d'Italia, meta di artisti in ogni epoca e di ogni nazionalità e frequentatissima meta estiva.
Scilla la mitica ninfa trasformata in mostro dalla maga Circe. Bellissimo paese arroccato su uno scoglio punto di avvistamento già nel V secolo a.C. Qui il tiranno di Reggio Anassila aveva costruito una fortezza difensiva in modo da difendere le scorribande e i saccheggi che venivano dal mare da parte dei pirati denominati Tirreni. Dal castello si vede un panorama bellissimo che ci accompagna dall’ Aspromonte fino a Punta Milazzo in Sicilia.
Visto il castello non si può fare a meno di visitare Chianalea (Antico borgo dei pescatori) bellissimo quartiere costruito sul mare denominato la piccola Venezia di Calabria.
Compresi nel prezzo:
Guida
Pranzo
Inizio Tours ore 08:30 - Fine Tours 16:30
Citta di 9200 abitanti. Bella è particolare per le viuzze strette pure 50 cm m famosa soprattutto per il castello angioino dove venne condannato a morte Gioachino Miurat, da vedere anche la chiesa di Piedigrotta e la cattedrale di san Giorgio ma anche la chiesa di Maria S.S delle grazie annessa alla chiesa del purgatorio.
Il nome pizzo nel dialetto Calabro significa spigolo, punta, Angolo il nome pizzo venne dato perché la citta si trova proprio su un pizzo di terra. Le origini della Città sono incerte e misteriose chi la vuole collocare nella storia della magna Grecia mentre le notizie certe sono che i primi indizi veri si hanno nel 1300. Pizzo è famoso soprattutto per il Tonno pesce pescato fino agli anni 1970 dai pescatori. L’economia infatti di Pizzo era riservata soprattutto al mondo della pesca
Come prima visita visiteremo la chiesa di Piedigrotta. Bellissima chiesa unica al mondo per il suo stile ed uno dei monumenti più visitati della Calabria dopo il museo di Reggio Calabria e il santuario di san Francesco di Paola. La storia inizia alla fine del 1600, ove un Veliero salpato dal porto di Napoli e Diretto in Sicilia a causa di una mareggiata andò a sbattere contro gli scogli. Prima del naufragio tutto l’equipaggio e il comandante della nave si misero dentro la cabina del capitano a pregare Maria SS di piedigrotta affiche le rendesse salve le vite. Il veliero affondo è l’equipaggio si salvo. Appena arrivati sulla spiaggia la prima cosa che videro era il quadro della madonna arenatosi sulla spiaggia. I Marinai per devozione portarono questo quadro in una grotta e lo adagiarono li con la promessa di costruire una piccola chiesa. Questo quadro a causa delle alte maree un giorno è stato portato via dall’acqua ma dopo qualche giorno ricomparse nuovamente sulla spiaggia. A questo punto il quadro fu portato all’ interno della grotta dove si trova adesso a riparo dalle mareggiate ma fu qui che nel 1880 uno scalpellino colui che scolpiva la roccia di nome Angelo Barone inizio ha modellare la pietra e la cava per farne una chiesa. Questa grotta anticamente era una cava che poi fu dismessa. I materiali che si trovano all’ interno non sono pietre di tufo ma sono pietre di arenaria riudititi e areniti. Nel 1917 Angelo Barone Mori e prese il sopravvento Alfonso Barone il figlio il quale per circa 40 anni si dedico a scolpire la pietra prendendo la scia del padre. Nel 1960 dei vandali entrarono all’ interno della chiesa e decapitarono le statue. Sempre in quell’ anno veniva in visita dal Canada un nipote di angelo °Barone al quale i pizzitani si rivolgeranno a lui per dare una mano a ricomporre le statue decapitate e per questo merito Giorgio barone fece costruire due medaglio raffiguranti il papa Giovanni 23° e il presidente americano Kennedy.
Il Castello di pizzo
La prima pietra messa per la costruzione del castello risale all’ anno 1380 ove gli angioini per far fronte alle scorribande Saracene edificarono un castello come punto di avvistamento. Ferdinando 2 d’ Aragona nel 1492 termino i lavori del castello. Ma il castello è famoso anche per la tragica morte avventa il 13 Ottobre del 1815. Murat arrivo lì 08 ottobre del 1815 ma non fu accolto bene dai pizzitani.
Chiesa Matrice di San Giorgio, che si trova al centro del paese. È la chiesa principale, un edificio barocco eretto nel 1632 con un portale in marmo, opera dello scultore Fontana, e una statua raffigurante Cristo del Gian Lorenzo Bernini. In questa chiesa si trova la tomba di Gioacchino Murat.
Il tartufo di Pizzo
Nel 1940 il principe di Savoia venne in visita a pizzo Calabro per trovare la marchese Gagliardi. Per onorare il principe di Savoia venne fatto questo dolce con delle caratteristiche peculiari, dato che lui era piemontese di Alba la quale città è la capitale del tartufo. Il dolce raffigurava un tartufo con il cacao dentro in quanto i Savoia sono stati i primi a portare il cacao dal sud America in Italia.
Tropea
Si parte per la costa degli dei definita dai greci sia per le bellezze naturali e sia per la spiaggi di colore bianco o ocre con sabbia finissima.
La costa degli dei viene così chiamata anche perché rievoca e illude le persone che guardano verso il mare in un pensiero antico e arcaico. Ovvero in mezzo al mare si vedono le famigerate Isole Eolie le sette sorelle figlie del fuoco e figlie del vento. La leggenda vuole che su un’isola Vulcano si nascondeva il dio del fuoco dal quale isola prende in nome.
Tropea è una zona bellissima, turistica e paesaggistica molti sono i miti e le legende legate a questo luogo.
Si narra che Ercole al ritorno dalla Spagna si fosse fermato qui per poter sconfiggere i così detti Giganti che invadevano la Calabria. Per riposarsi scelse il luogo di tropea dove luogo le venne dato il nome della nutrice che si chiamava Tropea.
Tropea è un paese di 6500 abitanti residenti ma nel periodo estivo conta una popolazione tra vacanzieri e visitatori di 50.000 abitanti.
I fattori economici legati a Tropea sono: il turismo e la buonissima cipolla Rossa di Tropea. In Calabria gusti e sapori si mischiano formando una vera è propria cucina originale. La Calabria è una terra ricca di olivi, agrumi, limoni, arance, bergamotto, viti e tantissimi prodotti ortofrutticoli.
La cipolla di tropea è veramente un ottimo prodotto, dolce e gustoso.
Arrivati a Tropea una delle caratteristiche a parte il bellissimo centro storico e quello delle chiese, infatti si contano ben 12 chiese.
Una chiesa che noi andremo a visitare e l’antichissima cattedrale. La cattedrale è a tre navate con colonne ottagonali senza base
Di epoca 1163 con stile romanico normanno, poi restaurata nel 1630 ad epoca barocca, ma nel 1930 fu portata allo stile originario.
Da vedere all’ interno della chiesa il rosone di stile gotico, la madonna in marmo con bambino fatta da Montorsoli allievo diretto di Michelangelo.
La madonna di Romania attribuita a Boniteri il discepolo di Giotto.
Affascinante è il crocefisso ligneo del 15° secolo trovato sulla spiaggia restrutturato e riportandolo all’ antico splendore.
La visita continua per visitare Santa Maria dell’ isola, la chiesa più fotografata d’Italia.
Staccata dal mare un tempo e poi ricollegata dal terremoto del 1783 a causa del terremoto l’isolotto di Tropea fu unificato
La chiesa di Santa Maria dell’Isola era stata chiusa al culto per tanti anni ma poi e stata consacrata nuovamente nel 2014.
Di origine basiliana
Non si sa molto delle origini della chiesetta, più volte soggetta a interventi di manutenzione. Probabilmente fu eretta nel periodo dei bizantini, tra il sesto e nono secolo. Per molti anni appartenne ai monaci basiliani e a partire dall’undicesimo secolo vi abitarono i monaci Benedettini. Fu proprio Roberto il Guiscardo, il duca normanno, a volere il passaggio dal rito greco a quello latino, intorno al 1060. In seguito ai terremoti del 1783 e del 1908, si conserva ben poco della struttura originaria. La scala che si percorre per raggiungerla è stata realizzata intorno al 1810.
Il prezzo comprende:
Guida turistica
Pranzo
Biglietto entrata al castello Murat e nella chiesa di Piedigrotta compreso
Costi aggiuntivi per servizio transfer se richiesto da concordare al momento
Visita della cripta di San Fantino (il primo santo della Calabria). Morto nel 336 d.c.
San Fantino è il Santo più antico calabrese storicamente provato. Nato a Taureana di Palmi (RC) nel 294 d.c., dove morì nel 336, il 24 Luglio, giorno in cui si celebra la memoria. San Fantino viene riconosciuto per ii tanti miracoli fatti.
La cripta dove il santo mori è tutt’ ora visitabile, a si trova all’ interno di una antica cisterna Romana. Con attintissimi affreschi di tipo ortodosso (iconografie). All’ interno della Cripta c’ è ancora attivo un pozzo di acqua sorgiva. L’ acqua ha delle caratteristiche benefiche.
Se il tempo c’è lo consente è bello visitare anche il Monte Sant’Elia. Punto Panoramico della Costa viola che abbraccia lo stretto di Messina.
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